Negli ultimi mesi, il dibattito sull’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici ha portato a importanti considerazioni. Enti, associazioni, comitati cittadini sono preoccupati per la tutela della salute e dell’ambiente di fronte al rischio emergente dell’inquinamento elettromagnetico. Anche Legambiente e personalità del mondo della ricerca hanno espresso il loro disaccordo, chiedendo di mantenere per i campi elettrici generati dalle radiofrequenze all’interno di edifici adibiti a permanenze inferiori a quattro ore giornaliere, il valore di attenzione di 6 Volt/metro.
Il LiFi rappresenta una risposta concreta all’esigenza di ridurre il più possibile l’esposizione indoor a campi elettromagnetici ad alta frequenza e più in generale a migliorare l’efficientamento energetico, garantendo una connessione libera da inquinamento elettromagnetico o scomodi cablaggi.
Con il termine inquinamento elettromagnetico si intende l’inquinamento derivante in genere da radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti.
Il LiFi è un nuovo protocollo di trasmissione non invasivo, che non richiede installazione di antenne e non si basa su potenze e frequenze radio. Infatti il grande vantaggio del LiFi è la trasmissione di dati tramite la luce Led, con emissioni completamente esenti da campi elettromagnetici, quindi all’interno dell’ambiente illuminato con questa tecnologia è possibile avere una connessione assolutamente EMF-free.
In questo modo si andrebbero a tutelare soprattutto i soggetti elettrosensibili, ovvero che accusano un insieme di sintomi fisici, neurologici o dermatologici, causati da campi magnetici, elettrici o elettromagnetici, generati da campi elettromagnetici artificiali pulsanti, a un livello di esposizione che in genere è tollerato dalle altre persone.
Abbiamo invitato Giorgio Cinciripini, vice Presidente dell’associazione italiana Elettrosensibili, ad intervenire su questa delicata tematica rispondendo alle seguenti domande:
Quali sono i soggetti più esposti all’elettrosmog?
Persone che sono sottoposte a sorgenti di radiazioni non ionizzanti, come quelle legate alla telecomunicazione ad es. radio, TV, telefonia cellulare, radar, … , e che hanno un sistema immunitario più reattivo a fonti di inquinamento epigenetico, che va da quello chimico [molti elettrosensibili reclamano anche la MCS ovvero sensibilità alle sostante chimiche artificiali,] a quello elettromagnetico.
A che età si manifestano i primi sintomi dell’elettrosensibilità?
Gli studi epidemiologici disponibili nella letteratura scientifica sono di tipo caso-controllo quindi legati alla presenza di danni da esposizione a campi elettromagnetici sia negli ambienti di lavoro che nelle zone residenziali inquinate da stazioni radiobase ; la letteratura ed anche la giurisprudenza italiana riportano casi di danni a bambini anche se la granparte delle persone elettrosensibili sono adulte (con maggiore presenza del genere femminile)
Come possiamo proteggerci dall’elettrosmog?
Innanzitutto: l’EVITAMENTO! Ovvero … fuggire, se possibile! E qui ci sono i drammi umani, personali, famigliari di molte persone elettrosensibili: se non hai la disponibilità economica di cercare velocemente un’altra residenza – sempre transitoria – devi rimanere succube di chi ti sta inquinando. Si sono inventati e prodotti sistemi schermanti che vanno da vernici da applicare alle superfici murarie dove arrivano quelle radiazioni (da misurare prima) ai tessuti schermanti per essere utilizzati come tende per schermare le finestre oppure per creare una specie di tenda sul letto, etc. etc. Aggiungo che la persona che presenta questa disabilità è abbandonata dal Sistema Sanitario Statale (in quanto NON riconosce la patologia), ma anche, certe volte, dalla famiglia … e rappresentano un esempio di quei disabili a cui vengono inibiti a diritti di pari opportunità sanciti anche da una apposita Convenzione ONU approvata anche nel ns Paese.
Ci auguriamo che il futuro della comunicazione possa poggiare su processi puliti e sicuri, soprattutto per le generazioni di giovanissimi sempre più esposti a dispositivi digitali.
Il futuro non può che essere delle giovani generazioni e delle eccellenze che dialogano con gli attori dell’innovazione abbracciando la trasformazione tecnologica come motore trainante del Paese di domani.
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Electrosmog free environments
In recent months, the debate on raising the limits of exposure to electromagnetic fields has led to important considerations. Organizations, associations, citizens committees are concerned about the protection of health and environment in the face of the emerging risk of electromagnetic pollution. Even Legambiente and personalities from the world of research have expressed their disagreement, asking to maintain for the electric fields generated by radiofrequencies inside buildings used to stay less than four hours a day, the value of attention of 6 Volt/meter.
LiFi represents a concrete response to the need to reduce indoor exposure to high-frequency electromagnetic fields and more generally to improve energy efficiency, ensuring a connection free from electromagnetic pollution or uncomfortable wiring.
The term electromagnetic pollution means the pollution resulting generally from non-ionizing electromagnetic radiation.
LiFi is a new non-invasive transmission protocol, which does not require the installation of antennas and is not based on radio powers and frequencies. In fact, the great advantage of LiFi is the transmission of data through LED light, with emissions completely free of electromagnetic fields, then within the environment illuminated with this technology you can have a connection absolutely EMF-free.
In this way it would be possible to protect especially the electrosensitive subjects, that is those who accuse a set of physical, neurological or dermatological symptoms, caused by magnetic, electric or electromagnetic fields, generated by pulsating artificial electromagnetic fields, at a level of exposure that is generally tolerated by other people.
We invited Giorgio Cinciripini, Vice President of the Italian Electrosensitive Association, to intervene on this delicate issue by answering the following questions:
Which are the subjects most exposed to electrosmog?
People who are subjected to non-ionizing radiation sources, such as those related to telecommunication e.g. radio, TV, cellular telephony, radar, … , and who have an immune system more reactive to sources of epigenetic pollution, ranging from chemical [many electrosensitive people also claim MCS or sensitivity to artificial chemicals,] to electromagnetic pollution.
At what age do the first symptoms of electrosensitivity occur?
Epidemiological studies available in the scientific literature are case-controlled and therefore linked to the presence of damage from exposure to electromagnetic fields both in the workplace and in residential areas polluted by radio base stations; literature and also Italian jurisprudence report cases of damage to children even if most of the electrosensitive people are adults (with greater presence of the female gender)
How can we protect ourselves from electrosmog?
First of all: AVOIDANCE! That is … escape, if possible! And here are the human, personal and family dramas of many electrosensitive people: if you don’t have the economic availability to quickly look for another residence – always transitory – you have to remain subject to those who are polluting you. They have invented and produced shielding systems ranging from paints to be applied to wall surfaces where those radiations arrive (to be measured first) to shielding fabrics to be used as curtains to screen windows or to create a kind of curtain on the bed, etc.. etc.. I add that the person who has this disability is abandoned by the State Health System (because it does not recognize the disease), but also, sometimes, by the family … and represent an example of those disabled people who are inhibited to the rights of equal opportunity enshrined in a special UN Convention also approved in our country.
We hope that the future of communication can rest on clean and safe processes, especially for the generations of young people increasingly exposed to digital devices.
The future can only be of the young generations and of the excellences that dialogue with the actors of innovation embracing the technological transformation as a driving force of the country of tomorrow.
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